DIRITTI, EQUITÀ E TECNOLOGIE AL SERVIZIO DEL CAMBIAMENTO: LE AZIONI CONCRETE PER UN FUTURO SOSTENIBILE.

About Last Night
<span class=DIRITTI, EQUITÀ E TECNOLOGIE AL SERVIZIO DEL CAMBIAMENTO: LE AZIONI CONCRETE PER UN FUTURO SOSTENIBILE. " />

L’evoluzione è inevitabile, soprattutto quando si parla di sostenibilità. La nascita del nuovo ciclo di eventi Call to Action segna una svolta significativa per il nostro format Wake Up Impact Repeat. Oggi, non è più solo il momento di parlare, né di agire passivamente: è il momento di fare davvero la differenza. La consapevolezza della crisi ambientale, sociale ed economica ci spinge verso una nuova direzione, e in quest’ottica ci siamo posti un obiettivo ambizioso: mappare e sbloccare i 17 obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance) attraverso una serie di interventi ispiratori. 

I 17 obiettivi, che tutti i Paesi dovrebbero raggiungere entro il 2030, racchiudono 169 target specifici. La loro peculiarità sta nell’universalità e nell’interconnessione: lavorare su un singolo obiettivo porta benefici tangibili anche agli altri. Durante il primo appuntamento di Call To Acton ci siamo focalizzati su due obiettivi in particolare: l’Obiettivo 10, che mira a ridurre le disuguaglianze all'interno dei Paesi e tra di essi, e l’Obiettivo 6, che si concentra sull'accesso universale all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari.

Ad aprire la serata è stata Ilaria Maria Dondi, giornalista e autrice, con un intervento dedicato all’Obiettivo 10, affrontando un tema cruciale e spesso trascurato nel dibattito pubblico: i diritti riproduttivi e il loro impatto sulla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Partendo dal suo ultimo libro "Libere: di scegliere se e come avere figli", Ilaria ha sottolineato che i diritti riproduttivi non riguardano solo la possibilità di diventare genitori, ma sia il diritto a non riprodursi sia a scegliere in modo autonomo come e quando farlo, senza che queste decisioni siano influenzate da norme sociali, culturali o legali che impongano un’unica via. 

Ilaria ha spiegato come la società contemporanea, pur parlando spesso di parità, continui a imporre alle donne uno schema preciso: quello della maternità come destino naturale e inevitabile. Le donne che non diventano madri per scelta o per altre ragioni, ha sottolineato, sono spesso oggetto di giudizi severi, etichettate come "egoiste" o "carrieriste". Questa narrazione rigida e opprimente ignora il diritto di ogni donna a decidere liberamente della propria vita, indipendentemente dalle aspettative sociali.

L'inverno demografico che sta attraversando l’Italia e altri paesi occidentali è, al contrario di quello che si potrebbe pensare, un fenomeno strettamente legato alla questione dei diritti riproduttivi. Molti giovani, infatti, scelgono di non avere figli a causa dell’ecoansia e dell’incertezza sul futuro. "Come posso mettere al mondo dei figli", ha detto riportando i pensieri comuni della Generazione Z, "in un mondo che sta andando verso la militarizzazione e la crisi climatica?". La scelta di non fare figli è in molti casi una decisione ponderata, dettata da una visione più ampia delle sfide globali, come la sovrappopolazione e l’impronta ecologica che ogni nuova vita porta con sé.

Ilaria ha anche posto l’accento sulla disuguaglianza nell’accesso ai diritti riproduttivi stessi. Se da una parte la maternità è spesso data per scontata come unica realizzazione femminile, dall'altra chi desidera diventare genitore ma si trova al di fuori degli schemi tradizionali, come le donne single o le coppie omosessuali, deve affrontare barriere legali e sociali enormi. "Non siamo davvero libere di scegliere come e quando avere figli", ha affermato.

Un altro aspetto trattato da Ilaria è quello della genitorialità consapevole: ha invitato tutti a riflettere sulla domanda inversa, non "Perché non hai figli?" ma "Perché hai deciso di averne?". In questo modo, ha spiegato, si mette al centro la consapevolezza delle proprie scelte, rendendo la genitorialità una decisione ponderata e non una risposta automatica alle aspettative esterne.

È chiaro quindi come diritti, il consenso e il desiderio delle donne siano costantemente minacciati da una narrazione culturale che esalta il modello della madre sacra e della cura come imposizione. "Fino a quando non ci libereremo da questa narrazione, continueremo a perpetuare disuguaglianze profonde", ha affermato, sottolineando l'urgenza di nuove narrazioni, in cui il femminile non sia legato unicamente al ruolo di madre, ma possa esprimersi in tutta la sua complessità e libertà.

Segue poi Letizia Caccavale, Public Affairs & Sustainability Manager di Danone e prima Presidente del Consiglio per le Pari Opportunità di Regione Lombardia, ha portato un contributo profondo e stimolante, evidenziando come la collaborazione tra istituzioni pubbliche e imprese private possa rappresentare un potente strumento di cambiamento. La sua esperienza mette in luce un nuovo approccio alla sostenibilità, in cui il benessere delle persone è al centro di ogni strategia aziendale e istituzionale.

Nel suo intervento, Letizia ha raccontato come, durante il suo mandato istituzionale, abbia affrontato sfide cruciali per promuovere le pari opportunità, tra cui la lotta contro le dimissioni post-maternità, una realtà che continua a pesare su moltissime donne. Una donna su cinque lavoratrici italiane si dimette dopo la nascita di un figlio, un dato allarmante che evidenzia come le politiche di welfare non siano ancora adeguate a sostenere una vera conciliazione tra vita familiare e professionale.

La creazione del Premio Parità Virtuosa, di cui Letizia è stata promotrice, è un esempio concreto di come le imprese possano trasformarsi in attori del cambiamento. Il premio ha coinvolto oltre 500 aziende, dalle piccole realtà alle multinazionali, che hanno implementato politiche innovative per la promozione della genitorialità condivisa e per la riduzione delle disuguaglianze di genere. 

Oltre a questo, Letizia ha sottolineato l’importanza della medicina di genere, un tema spesso trascurato, ma cruciale per garantire un accesso equo alle cure mediche. Grazie al suo impegno in regione Lomabrdia, è stata varata una delibera che ha permesso l’istituzione di centri di eccellenza per l’endometriosi, una patologia che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, ma ancora largamente sottodiagnosticata e poco compresa. "La medicina di genere", ha spiegato, "non riguarda solo le donne, ma tutta la popolazione. Capire come malattie, farmaci e trattamenti agiscono in modo diverso tra i sessi significa garantire una cura migliore per tutti".

Il cambiamento reale, quindi, non può avvenire senza la creazione di un forte dialogo tra pubblico e privato. “Credo che la politica non debba inventarsi cose nuove ma, al contrario, supportare con gli strumenti e le associazioni che già esistono le realtà che fanno del bene quotidianamente aiutandole a dialogare con le imprese”.

L’intervento di Beatrice Carolina Iaia, CEO di BioTitan Nanotechnology, si è incentrato in particolare sull’Obiettivo 6: garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari. Beatrice ha portato con sé una visione di futuro in cui la tecnologia avanzata diventa uno strumento cruciale per affrontare le sfide ambientali, e ha dimostrato come le nanotecnologie possano trasformare radicalmente il modo in cui utilizziamo le risorse naturali.

Nel suo intervento, Beatrice ci ha spiegato come BioTitan Nanotechnology stia sviluppando rivestimenti intelligenti in grado di rivoluzionare la gestione delle risorse idriche. Uno degli esempi più significativi presentati riguarda una collaborazione con un’azienda lattiero-casearia che, grazie all'applicazione di questi rivestimenti, ha ridotto drasticamente il consumo di acqua necessario per la sanificazione degli ambienti e delle attrezzature. Prima di implementare la tecnologia di BioTitan, l'azienda effettuava sei lavaggi giornalieri con cloro; ora, grazie ai rivestimenti nanotecnologici, è sufficiente un solo lavaggio, senza uso di sostanze chimiche, risparmiando circa 150.000 litri d'acqua all'anno e 20.000 euro in cloro ogni 150 metri di superficie.

Beatrice ha sottolineato che l'impatto di queste tecnologie va oltre il semplice risparmio idrico. Ridurre la dipendenza da sostanze chimiche nei processi di sanificazione significa abbattere anche l'inquinamento chimico, migliorando sia la qualità dell'acqua che le condizioni di lavoro dei dipendenti, che non sono più esposti a sostanze tossiche. "Questi rivestimenti", ha spiegato, "non solo riducono il nostro impatto sull'ambiente, ma rendono il mondo industriale più sicuro per le persone che ci lavorano".

Le nanotecnologie sviluppate da BioTitan trovano applicazione anche nel campo delle energie rinnovabili, un settore chiave per la transizione ecologica. I rivestimenti nanotecnologici applicati ai pannelli solari, infatti, permettono di aumentare l'efficienza energetica attraverso un processo di autopulizia che mantiene le superfici libere da polveri e agenti inquinanti. Questo non solo prolunga la vita dei pannelli, ma ne ottimizza anche le prestazioni, contribuendo a una maggiore produzione di energia da fonti pulite.

Ma l’innovazione di BioTitan non si ferma qui. Beatrice ha accennato ad altre famiglie di prodotti che la sua azienda sta sviluppando, destinati a settori diversi, come l’anticorrosivo per i metalli che allunga la vita degli stessi quasi all’infinito e un antibatterico antivirale che è efficace sulle superfici per due anni, utilizzatissimo nell’industria alimentare oltre che nelle strutture sanitarie. 

Il cammino verso la sostenibilità è ormai definito e rappresenta la direzione che tutte le aziende, grandi e piccole, devono intraprendere. Non si tratta solo di grandi decisioni o cambiamenti radicali: a volte sono le piccole azioni, come la manutenzione dei filtri dei condizionatori, a fare davvero la differenza, migliorando la qualità degli ambienti in cui viviamo. 

Beatrice, inoltre, opera in un settore prevalentemente maschile, ma con il suo lavoro quotidiano e il suo impegno costante spera di diventare un punto di riferimento per chiunque si chieda: 'C’è spazio anche per me? Posso farcela?'

In conclusione, quindi ogni intervento ha dimostrato che la sostenibilità non è un concetto astratto o una moda passeggera, ma una serie di azioni concrete, in cui ognuno di noi può e deve giocare un ruolo fondamentale. Da chi si impegna per i diritti riproduttivi e l'uguaglianza sociale, come Ilaria Maria Dondi e Letizia Caccavale, a chi sta trasformando il nostro modo di utilizzare risorse essenziali come l'acqua, come Beatrice Carolina Iaia, il messaggio comune è chiaro: il cambiamento è nelle nostre mani, e il momento di agire è adesso.

Valentina Gorlero
Valentina Gorlero

Contributor, Divergens

Visita il suo profilo Linkedin

Potrebbero interessarti