Donne, imprenditoria, talento, economia e finanza sono mondi che spesso ci vengono raccontati separatamente ma che, nelle serate di Disruption Is Female organizzate in collaborazione con Michaela Colombo, vogliamo far incontrare per raccontare la realtà dei fatti: le donne parlano (e devono sentirsi libere di parlare) di soldi perché l’economia è qualcosa che riguarda tutti da vicino.
Le domande scatenanti delle serate di questo format, infatti, sono proprio: “In che modo abitiamo il denaro? Quanto la nostra storia personale influisce sulla percezione che abbiamo del denaro?”.
Ad aprire il talk è Martina Capriotti, founder di Mirta, una piattaforma B2B che si occupa di portare nel mondo le piccole eccellenze manifatturiere italiane.
Dopo qualche anno trascorso in Asia come consulente, Martina torna in Italia e decide di mettersi alla prova per lanciarsi in un nuovo progetto che potesse avere un impatto sul territorio. Si scontra all’inizio con uno scetticismo diffuso nei confronti delle piattaforme e-commerce, cancellato successivamente dall’avvento della pandemia che ha rivoluzionato tutti i mercati. Nella vita di una startup, ci racconta Martina, “il denaro va e viene e questo mi spaventa perché ti rende dipendente dagli investimenti degli altri, che decidono o meno di finanziare il progetto”. Questo ha sicuramente dei risvolti nella vita privata “perché se scegli di fare l’imprenditore scegli il rischio scommettendo sul lungo termine, privandoti magari di qualcosa nel breve termine”. L’esperienza di Martina in Corea del Sud le ha permesso di confrontarsi con una cultura anche economica diversa poiché, come ci spiega, è una società in cui la discriminazione di genere si sente ancora molto. Proprio per questo, e per la sua storia personale, l’indipendenza è una caratteristica che ritiene fondamentale nella propria vita, anche economica.
Rimanendo nel settore moda, il dibattito prosegue con Silvia Paganini, sales e marketing manager presso il Tacchificio di Villa Cortese (azienda di famiglia fondata dal nonno nel 1961) e presidente di Confindustria Alto Milanese nell’ambito moda.
Fin da piccola Silvia apprende molto dalla nonna, grande risparmiatrice. Ora, da imprenditrice, ha imparato anche a convivere con il rischio e con le fluttuazioni tipiche di un’azienda anche perché il suo valore, ci dice, “è solo in parte determinato dall’aspetto economico”. In questo momento in particolare, continua Silvia, “l’aspetto del denaro legato alla continuità generazionale mi sta a cuore perché desidero che l’azienda abbia un futuro per le prossime generazioni”.
Parlando del futuro, infatti, ci rendiamo conto di come ancora oggi l’educazione finanziaria non venga intesa come parte integrante di una crescita, che dovrebbe invece considerare il denaro come mezzo funzionale al raggiungimento di molti traguardi della vita.
Passiamo infine al mondo food e all’esportazione della cultura culinaria italiana all’estero con Chiara Rota, CEO e founder di My Cooking Box, che fornisce tramite delle agili box tutti gli ingredienti e le ricette per la preparazione di piatti della tradizione.
Chiara, dopo essersi laureata in ingegneria gestionale e dopo aver fatto esperienza in vari ambiti, cede alla richiesta di suo padre di entrare nell’azienda di famiglia per sfruttare la parte più pratica e di operation degli studi fatti. Proprio gli incontri con i clienti esteri che, dopo pranzo, richiedevano sempre la ricetta del piatto assaggiato, hanno fatto sorgere in Chiara un’idea: kit di ingredienti nelle giuste dosi per ricreare il piatto, con risultato garantito. Tutto nasce come uno scherzo e un regalo informale che veniva distribuito ai clienti fino a quando, dopo un po’ di ricerca e confronti con gli acceleratori di start up della zona, Chiara decide di lanciarsi e fondare My Cooking Box. Parlando della ricerca del capitale Chiara aggiunge: “Se hai un’idea innovativa e nuova fino a quando non la testi sul mercato non sai se funzionerà. E’ quindi fondamentale saper scegliere gli investimenti giusti, consapevoli che non tutti avranno un ritorno sicuro”. Nelle sue abitudini finanziarie quotidiane invece Chiara ci spiega come si sia posta un obiettivo ben chiaro per il quale preferisce investire piuttosto che semplicemente risparmiare. Trova comunque sempre il modo di guadagnare il denaro necessario per avere uno stile di vita che si adatti alle sue esigenze e a quelle della sua famiglia.
Anche questa volta quindi la serata di talk ha prodotto i suoi frutti: far parlare le donne imprenditrici del loro cammino e del loro rapporto con i soldi, anche privato, incoraggiandole a superare gli stereotipi relativi al denaro, attraverso la condivisione delle loro esperienze che hanno anche l’effetto di ispirare le presenti e future generazioni.
Parlare di denaro si può, si deve. Anche divertendosi.