Qualche giorno fa siamo stati media partner in un evento organizzato con CreationDose, che ci ha fatto fare un tuffo nei confini tra Intelligenza Artificiale e Creator Economy. Non una semplice “conferenza”: è stato un vero e proprio incontro di menti e idee, un’occasione per sognare insieme il futuro che vorremmo costruire e per scambiarci dubbi, speranze e paure su come ci immaginiamo il domani.
Tutto è partito da un numero: il 94, che nella numerologia rappresenta l’unione tra saggezza e praticità, e nel mondo reale è la percentuale di brand che lavorano con i creator e che vogliono sfruttare l’AI per creare contenuti. Insomma, solo quel 6% non è ancora convinto che persino nei video di gattini su Instagram si possa trovare la chiave per il successo aziendale.
Marco Dodaro (Partner & Strategic Solution Director di CreationDose) ci ha fatto da guida turistica in questo nuovo mondo della Creator Economy, mostrandoci un mercato che oggi vale circa 250 miliardi di dollari e che, sempre di più, si accorge che i content creator fanno più presa dei tradizionali e polverosi contenuti creati in studio.
E quando l’IA entra in gioco? Dal sondaggio presentato da CreationDose a circa 1000 creator, più del 75% ha ammesso di usare già l’AI, e il 65% ha dichiarato di non avere problemi a dirlo al mondo. Come dargli torto, considerando che il 58% di loro dice che i contenuti generati dell’AI riscuotono reazioni molto positive nella community.
Con la moderazione di Alessandro La Rosa (CEO & Founder di CreationDose), il discorso si è poi fatto più intenso.
Paolo Ciarrocchi (Customer Engineering Manager – Field Specialists presso Google Cloud) ci ha lanciato nel futuro, sottolineando che siamo solo all’inizio di una trasformazione epocale. Con il rilascio di sistemi AI multimodali - come la nuova versione di Gemini – stiamo entrando in una nuova era digitale. La velocità di questa evoluzione è da far girare la testa: sistemi in grado di analizzare migliaia di pagine in un solo secondo stanno diventando realtà. Ma, come ci ha spiegato Pierpaolo d’Odorico (Co-Founder di Datapizza), non è solo questione di velocità: bisogna chiarire che l’AI non è qui per rubare il posto ai creativi, ma per aiutarli, motivo per cui bisognerebbe parlare di Intelligenza Aumentata piuttosto che di Intelligenza Artificiale.
Ci siamo poi addentrati in un terreno scivoloso. Jacopo Ierussi (Presidente di Assoinfluencer) ha sbattuto sul tavolo la realtà: i content creator sono spesso mal interpretati, soprattutto da chi ancora non conosce il mondo digitale e non capisce l’impegno richiesto dal creare contenuti. Jacopo ci ha poi spiegato che le questioni legali e le normative su questo tema cambiano più spesso degli outfit di Lady Gaga durante un concerto. Ma considerare i creator come imprenditori e professionisti del digitale è oggi necessario. Poi c’è Angietutorials (Tech Content Creator & Coach), guru dei contenuti online, che sottolinea come l’AI sia per lei un fedele assistente personale, pronto a darle una mano ma mai a prendere il suo posto: una sorta di partnership digitale, insomma.
Infine, Massimiliano Squillace (CEO & Founder di Contents.com) e Valentina Camoni (Head of Strategy di FUSE) hanno ribadito come l’AI possa essere un buttafuori digitale, che ci salva dai compiti noiosi e ci lascia il tempo di coltivare la nostra mente. Ma, non dimentichiamolo, è l’umanità a fare la differenza: tra algoritmi e pixel, siamo noi a dare un tocco magico ai contenuti!
So what? Come ci caliamo in questa rivoluzione?
Beh, cari amici, l’AI può trasformare il nostro modo di lavorare, creare e persino esistere! Partecipate, mettetevi in mostra e condividete le vostre idee, formatevi e abbracciate l’innovazione. Perché il futuro è un treno ad alta velocità: non aspetta nessuno, ma noi vogliamo essere al posto del conducente.