“Libri da mettere sotto l’ombrellone” è stata l’anima dell’ultimo evento di Bookowski, il nostro format con protagonisti i libri. E per quanto un po’ di frescura estiva non guasti mai, non si è parlato di libri che fanno ombra, anzi: Francesca Marini, Laura Campiglio, Giulio Xhaet, Silvia Zanella e Massimo Temporelli hanno presentato libri freschi, leggeri e allo stesso tempo formativi.
Francesca Marini – “Vestiti di felicità”
Francesca Marini ha aperto la serata raccontando la sua trasformazione da esperta di marketing ed economia a guru dell’armocromia. Racconta di come tutto sia iniziato ad un evento in cui, tra un cocktail e l’altro, ha conosciuto Rossella Migliaccio, che le ha proposto di iniziare a seguire i suoi corsi. Un po’ titubante, Francesca ha accettato, ed è qui che è avvenuta la magia: “è stato un cambiamento interiore, quasi psicologico”, insomma, un percorso dall’armocromia alla persona. Francesca sostiene che la società dovrebbe riconoscere il grande valore che ha la bellezza, partendo dal presupposto che “ognuno di noi nasce con un capitale di bellezza che è chiamato a manifestare, ciascuno tramite la propria storia”.
Laura Campiglio – “Contenti tutti”.
È stata poi la volta di Laura Campiglio, che ci ha raccontato il suo romanzo “Contenti tutti”. Protagonista è Elena, che decide di fare l’impensabile: spegnere il telefono e sparire, per poi tornare in silenzio ma cambiata, desiderosa di modificare le regole del gioco. Una mossa audace, che innesca un turbinio di domande e cambiamenti nelle vite di chi gli sta vicino.
Il libro, pieno di riflessioni quanto di umorismo, è un “piangi-ridi”, in cui Laura racconta di aver nascosto molta autobiografia nei personaggi più che mai, all’apparenza, diversi da lei: citando Oscar Wilde, “ogni uomo mente, ma dategli una maschera e ti dirà la verità”.
Ah, ci ha anche fatto sapere che c’è una scena di sesso, disastrosa, ma lunga ben sei pagine.
Giulio Xhaet – “Da grande” - e Silvia Zanella – “Il futuro del lavoro è femmina”.
Poi è toccato a Giulio Xhaet e Silvia Zanella.
Con “Il futuro del lavoro è femmina”, Silvia ci ha raccontato come il suo libro sia nato dal voler prendere di mira le profezie apocalittiche sul lavoro distrutto e sostituito della tecnologia che circolavano nel 2018. Ha allora pensato alla parola più dirompente possibile per comunicare la sua idea di futuro del lavoro: “femmina”. Il futuro del lavoro è femmina: multitasking, competenze soft, identità e relazioni. Insomma, Silvia usa uno stereotipo per spiegare che il futuro del lavoro non sarà più basato sui numeri, ma sulla vita delle persone.
Giulio, presentando “Da grande”, ribadisce come sia necessario smettere di intendere il futuro come “domani” e iniziare a interpretarlo come “speranza”. Insomma, siamo stanchi di una cultura che costringe a fare sempre di più senza permetterci di goderci il momento. Chissà se l’Intelligenza Artificiale può aiutarci in questo.
Massimo Temporelli – “Come sarà il mondo quando sarò grande?”.
Massimo Temporelli ha chiuso la serata con “Come sarà il mondo quando sarò grande?”, un viaggio che ci porta, un decennio alla volta, fino al 2080. Non visioni del futuro campate in aria, ma un esercizio di immaginazione basato su startup attuali.
Massimo parte dal presupposto che le tecnologie cambiano i comportamenti umani: Leonardo Da Vinci non avrebbe mai immaginato di rilassarsi all’ottantesimo piano di un grattacielo di New York, sorseggiando un tè caldo e leggendo il suo libro preferito. Perché? Perché nessuna di queste cose esisteva nel 1400.
Con un ottimismo ai massimi livelli, Massimo vuole aiutare i lettori, ragazzini e non, ad abbracciare il futuro con entusiasmo, persino se questo significa che un giorno saremo sostituiti da macchine più intelligenti di noi.
Insomma, grazie a Bookowski abbiamo riso, imparato e – soprattutto – riempito la nostra lista di libri da leggere per farci sembrare più saggi e interessati ai prossimi aperitivi estivi.