L’idea che HR e Marketer debbano necessariamente collaborare per costruire i luoghi del lavoro del futuro sembra ai più, un concetto scontato ma non sempre è così, anzi spesso quando si cerca di portare avanti un progetto di employer branding in azienda, i due team faticano a lavorare in modo sinergico per sviluppare il capitale umano dell’azienda.
Dopo la pandemia, infatti, i dati ci confermano che è radicalmente cambiato sia il modo di cercare lavoro sia di offrirlo per questo motivo i temi di employer branding non possono più essere sottovalutati o ignorati ma, al contrario, sono pratiche necessarie e indispensabili nell’economia di tutte le aziende grandi o piccole che siano.
Per parlare di questo argomento molto ampio con un approccio il più possibile propositivo e risolutivo abbiamo organizzato, in collaborazione con Reverse, una serata per far parlare gli addetti ai lavori di questo settore che se ne occupano quotidianamente da diversi punti di vista.
Con Giulio Xhaet, Partner & Head of Communication in Newton Group, abbiamo potuto indagare l’argomento analizzando il tema dell’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni che hanno bisogni e richieste diverse, spesso “le aziende peccano sulla pragmaticità e la concretezza” ci spiega “parlando con i ragazzi più giovani spesso mi sottolineano come non siano interessati al grande manifesto di valori”. Allo stesso tempo in concomitanza con questi nuovi temi si inizia anche a parlare di “longevity management” essendo aumentata l’aspettativa di vita nelle nostre società, questo dato si ripropone allo stesso modo anche nelle aziende dove, diventa quindi fondamentale, l’alleanza e la collaborazione tra le diverse generazioni ognuna con i suoi punti di forza e i suoi valori.
Marilisa Cappellano, Indusrty Leader di Reverse, ci ha permesso di approfondire l’ampio
tema dal punto di vista di chi si occupa di head hunting da anni: “il mercato del lavoro è completamente cambiato” ci svela, “la figura dell’head hunter vende i candidati alle aziende
e le aziende ai candidati, i quali però, la maggior parte delle volte, sono disposti a cambiare solo se trovano il posto di lavoro in cui fiorire davvero.” Per questo diventa necessario l’utilizzo da parte dell'HR Manager di strategie di vendita e di marketing. Inoltre, un passo fondamentale del percorso di ricerca e selezione che spesso viene sottovalutato è capire perché alcuni candidati decidano di non accettare il posto di lavoro che viene loro offerto: questo è infatti un dato preziosissimo che head hunter come Marilisa rilevano e presentano all’azienda cliente perché possa attuare soluzioni mirate.
Grazie all’esperienza di Ombretta Rausa HR Director Industrial Division di Christian Louboutin, possiamo procedere ad analizzare questo scenario dal punto di vista degli HR che hanno compreso questo cambiamento nel mercato del lavoro. Una delle best practice di cui Ombretta ci parla sono, infatti, le survey che periodicamente sottopongono ai loro dipendenti per ricevere da loro i feedback che diventano poi la base per migliorarsi e aggiustare il tiro. Un altro dei punti fondamentali all’interno dell’azienda è la comunicazione, anche interna così che ogni loro dipendente sia sempre aggiornato sulle questioni che riguardano l’azienda, i nuovi lanci e le decisioni future perché “il non sapere crea poca empatia e scarso senso di appartenenza”.
Con Chiara Dal Ben, Marketing and Communication Director di Uniting, riusciamo infine a raccogliere un punto di vista di chi lavora nel mondo del marketing, per capire in che modo è possibile collaborare con il team HR. All’interno del suo piano marketing, ci spiega, esiste una voce community che si declina anche in employer branding settore che sta prendendo sempre più importanza; è inoltre fondamentale per il team marketing saper identificare il target e quindi definire chi sono le persone che desiderano attrarre per assumerle. “Sempre di meno i lavoratori scelgono aziende in cui non c’è una coerenza tra mission e azioni e non basta farle ma che serve anche comunicarle all’esterno oltre che all’interno”. In particolare, il mondo dell’employer branding può essere suddiviso in due grandi settori: la retention e l’attraction dei talenti, i due temi su cui il reparto HR e quello marketing devono quindi collaborare quotidianamente.
In conclusione, quindi, possiamo affermare che una parola che ha risuonato spesso durante la serata e nei vari interventi degli speaker è stata “ascoltare”: ascoltare le opinioni, le necessità degli altri e le nuove tendenze.
È attraverso l’ascolto che si costruiscono ponti tra generazioni, si colgono opportunità di miglioramento e si creano luoghi di lavoro dove coerenza e concretezza diventano i pilastri per il successo. Il futuro è fatto di dialogo, azioni e alleanze. Ora più che mai, spetta a noi coltivare questa cultura dell’ascolto.