Ammettiamolo. Fallire non è facile, anzi, fa proprio schifo, ma spesso ci insegna molto di più di quanto potremmo mai aspettarci. Con questo spirito, nasce la community globale delle Fuckup Nights diffusa ormai in 260 città e 62 Paesi per raccontare più di 15.000 storie di fallimento. Con questo stesso slancio abbiamo deciso di portare queste serate anche a Legnano, una città in cui il peso della provincia ma l’ardire della città si equivalgono in peso e in cui, abbiamo pensato, mancassero narrazioni fuori dall’ordinario: il fallimento fa parte della vita e dei percorsi di tutti, anche se spesso viene omesso dal racconto.
Per questa seconda data abbiamo organizzato il tutto in una location d’eccellenza il Museo Fratelli Cozzi, polo legnanese dedicato al mito dell’Alfa Romeo con oltre 60 modelli collezionati nel tempo che raccontano 65 anni della storia del marchio. In questa location di design abbiamo accolto i Fuckupper della serata: Francesca Pels, Germano Lanzoni e Francesco Bozza, tutti con una storia e un racconto diverso ma accomunati dal filo rosso del fallimento nelle sue varie forme.
Francesca Pels è di Milano ed è una poetessa: forse non la combinazione perfetta per la città dove tutto si basa sul business e il fatturato, ma questo non l’ha mai fermata dall’inseguire la sua indole artistica e dopo aver ascoltato una delle sue poesie, possiamo dire, menomale! Partendo con questa premessa e utilizzando magistralmente gli strumenti dell’ironia e del sarcasmo, Francesca ci ha raccontato della “giungla” nella quale si viene catapultati nel momento in cui si decide di iscriversi ad una qualunque app di dating localizzandosi nel capoluogo lombardo; inizia così una continua ricerca di qualche profilo interessante che dà il via ad un circolo vizioso di fallimenti in partenza. Abbiamo scherzato assieme su ciò che di più assurdo la gente sceglie di scrivere per presentarsi, ma poi ci siamo lasciati incantare da una delle poesie di Francesca che ci ha lasciato con “Anche il fallimento ha la propria bellezza” e noi non potremmo essere più d’accordo con lei.
Abbiamo poi continuato a sbrogliare la matassa del fallimento grazie alle parole di Gemano Lanzoni che di lavoro fa il giullare contemporaneo e founder di HBE – Humor Business Experience con un obiettivo ben preciso: diffondere l’importanza della risata in tutti gli ambiti della vita, anche al lavoro in azienda. Partendo da un cognome di nobili decaduti, passando per un nome “reale” per colpa di un’anatra, siamo arrivati a parlare degli anni in cui vivere di risate era tutt’altro che divertente: qualcuno li chiama anni di fisiologica gavetta, altri, più schietti li definirebbero diversamente, ma una cosa è carta come tutti i fallimenti e le difficoltà anche quegli anni ci aiutano a farci la scorza dura e spesso sono solo il prequel di un grande successo.
Per concludere in bellezza ci siamo fatti raccontare da Francesco Bozza, pubblicitario di giorno, autore e conduttore sul palco dello Zelig di Milano di notte, i fallimenti nella storia delle pubblicità internazionale in un’edizione speciale del suo spettacolo Bar Spot. Nella storia gli esempi calzanti sono molti: c’è chi ha usato la pubblicità per chiedere scusa dopo aver fatto un danno, chi ha usato pubblicità brutte ma piene di speranza per lanciare quel marchio che oggi, con una mela, è sul retro dei nostri dispositivi, oppure c’è chi per sbaglio ha convinto il mondo del fatto che gli spinaci avessero valori nutrizionali al di fuori della norma.
Tutti esempi che ci riportano al nostro fil rouge del fallimento come trampolino, dell’errore con sfaccettature anche positive e dell’importanza di serate come questa in cui possiamo alzarci dalla sedia più leggeri pensando che “tutti sbagliano”, è giusto ammetterlo e prenderne coscienza fa davvero bene.