MODA E PUBBLICITÀ: IL GENIO DIETRO L’ASSURDO.

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In questa puntata speciale di Disrupt Is The New Black abbiamo potuto parlare di moda in un modo nuovo, analizzando gli spot pubblicitari. Quando parliamo di pubblicità parliamo di un elemento cardine della comunicazione: se ben fatta è in grado di suscitare emozioni e di raccontare storie straordinarie e commoventi, ma se fatta male suscita solo grandi risate e quesiti. È da qua che siamo partiti insieme a Francesco Bozza, che ci ha accompagnati lungo un excursus di pubblicità della moda e del luxury. 

Ma chi è davvero Francesco? Lui si definisce il Dr. Jekyll e Mr. Hyde dei pubblicitari: di giorno lavora in una multinazionale della comunicazione e di sera sale sul palco per diventare autore e conduttore di Bar Spot, un format in cui prende alcuni spot, li analizza e li racconta con ironia e una punta di provocazione.

Nel tempo ha esplorato ogni possibile connessione tra il mondo della pubblicità e altri universi paralleli come la musica, il cinema, lo sport, gli animali…Ma stavolta ha deciso di tuffarsi in un territorio ancora più stravagante: la pubblicità della moda e del luxury.

La moda ha sempre avuto un rapporto tutto suo con la pubblicità. Le prime forme di marketing nel settore fashion risalgono addirittura al 600, quando le signore dell’epoca ricevevano le cosiddette Padore: bambole vestite con miniature degli abiti più in voga. E se vi sembra strano, aspettate di sapere che avevano persino il passaporto diplomatico: già, in piena guerra, mentre le persone venivano bloccate ai confini, queste bambole viaggiavano indisturbate, perché la moda non conosce ostacoli.

E questo spirito di libertà assoluta si riflette ancora oggi nelle pubblicità. Dimenticatevi la logica, perché qui non serve: sfilate che sembrano film di fantascienza, outfit impossibili da indossare nella vita reale e campagne che sfidano ogni convenzione. Ma il massimo lo raggiungiamo con gli spot dei profumi: una vera e propria dimensione parallela. Uomini in smoking che si tuffano in piscine nel cuore della notte per vendere occhiali da sole? Fatto. Naufraghi che invece di disperarsi sfoggiano una collezione di bauli di lusso su un’isola deserta? Ovviamente. Il motivo? Non si sa. Ma è moda, e la moda può.

Ma si dice sempre che quando non ci sono parole, ci pensano le immagini, o almeno ci provano. Nella moda invece spesso assistiamo a scene scollegate tra loro, con attori che fissano l’orizzonte e sussurrano frasi senza senso: potremmo rimescolare le battute, eliminarle o scambiarle tra gli spot, e il risultato sarebbe lo stesso.

Lo spot di Dior con la modella che corre per Versailles inseguita da nessuno? Perfetto esempio di lusso che ignora la logica: nessuna trama, nessun motivo. Solo un pretesto per mostrarci gli abiti. Eppure, funziona. Perché? Perché la moda non vende solo prodotti, vende sogni, emozioni, uno stile di vita.

Ma attenzione: il grande potere dei pubblicitari è senza dubbio connesso ad una grande responsabilità. La pubblicità ha un impatto enorme sulla società e deve essere in grado di rispettare culture, valori e diversità e, quando sbaglia, deve avere il coraggio di chiedere scusa e cambiare rotta.

Alla fine di questa serata, grazie a Francesco, abbiamo capito che la pubblicità di moda è un atto di ribellione continua, un esperimento senza fine in cui il confine tra realtà e immaginazione si dissolve. E proprio qui sta la sua magia: nel suo essere assurda, inspiegabile e totalmente libera.

Forse è proprio questo il segreto: la moda non vuole essere capita, vuole essere sentita, vuole lasciare un segno, creare un’emozione, farci sognare anche solo per pochi istanti. Perché in fondo, dietro ogni pubblicità assurda, c'è sempre un messaggio nascosto. Sta a noi scegliere se decifrarlo o semplicemente lasciarci trasportare.

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