TIMEFLOW: ALLA SCOPERTA DELL’ECOSISTEMA CHE DIGITALIZZA VENDOR E WORKFORCE, CON MATTIA DI ANGELO.

Intervista
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Abbiamo intervistato Mattia Di Angelo, Growth Marketing Expert di TimeFlow, la startup che ha messo a punto una piattaforma che semplifica lo scouting di servizi professionali IT, automatizza l'accreditamento e la gestione dei fornitori, digitalizza la workforce e ottimizza i processi di allocazione dei talenti. Volevamo scoprire tutta la divergensness (parola un po’ ostica, ma ha senso) di TimeFlow e di Mattia… ecco cosa ci ha raccontato!

 

Se dovessi spiegare che cosa fa TimeFlow a tua nonna, come glielo racconteresti?

Non penso sia semplice, ma forse direi che TimeFlow è un ecosistema. Il nostro obiettivo è arrivare a creare un sistema globale che metta in contatto chi vende e chi acquista servizi professionali. Per capirci: oggi vendiamo due prodotti principali – Vendor e Workforce. Tramite Vendor le aziende inseriscono e gestiscono il loro albo fornitori in un’unica piattaforma. Questo consente di migliorare la connessione tra fornitori (che vendono servizi) e clienti (che li acquistano). Parliamo di ecosistema perché vogliamo mettere in relazione tutti i fornitori dei clienti che usano Vendor e farli confluire in un unico ambiente. Qui entra in gioco Workforce, che serve per gestire la forza lavoro. L’idea è che un fornitore che lavora con un’azienda possa grazie al nostro network essere visibile anche ad altri clienti.

Non c’è un problema di concorrenza: in questo settore i fornitori spesso lavorano con più aziende, ma è un mondo frammentato, dove manca una visione d’insieme. Noi vogliamo dare struttura a tutto questo.

 

Dici che il settore in cui operate è frammentato. Qual è, secondo te, il vero problema?

Il problema è culturale, è un approccio ancora molto “old school”. Nelle grandi organizzazioni i dipartimenti spesso non comunicano tra loro. E non lo fanno perché mancano strumenti adatti. Oggi la comunicazione aziendale passa per dashboard, dati, visualizzazioni. Se ancora usi fogli Excel, sarà tutto più macchinoso.

Noi proponiamo una piattaforma integrata e data-driven che mette in sinergia HR, Procurement e Business, e aiuta proprio nella comunicazione interna. Ad esempio, mappiamo le skill presenti negli albi fornitori delle aziende e le confrontiamo con quelle disponibili nel nostro network. Questo permette di ampliare le opzioni disponibili e centralizzare la gestione. Ogni dipartimento tende ad avere strumenti propri e verticali. Noi puntiamo a una piattaforma orizzontale che favorisca anche un’efficienza organizzativa più ampia. Inoltre, centralizzare vuol dire anche rendere le decisioni più data-driven.

 

In quali dipartimenti vedete i benefici più evidenti?

Sicuramente in tre aree: HR, Procurement e Business. Nell’HR (o nelle Talent Acquisition) il nostro strumento è utile per mappare e ottimizzare la forza lavoro. Il Procurement, invece, è coinvolto perché acquista servizi professionali e capitale umano. E nel Business, ovvero tra gli account manager, aiuta a gestire in modo più efficiente la proposta commerciale delle risorse.

Ci occupiamo di micro-inefficienze che però, su larga scala, hanno un impatto significativo. Ad esempio, nella profilazione dei fornitori possiamo migliorare l’accuratezza dell’80%, riducendo il rischio di errore. Nella gestione documentale, risparmiamo fino al 50% del tempo speso in audit e verifiche di compliance.
È un mondo ancora pieno di passaggi manuali: il nostro lavoro è eliminarli.
TimeFlow riduce i costi di scouting del 35%, i tempi di ricerca del 70% e i tempi di onboarding del 50%.

 

Dov’è, secondo te, il nodo più critico nel cambiare approccio e pensare in modo Divergente?

Sta nel cambiare mentalità. Il nostro settore è ancora legato a un modo di lavorare tradizionale. Offriamo strumenti nuovi per affrontare problemi vecchi, e questo non è sempre facile da far accettare. Però il punto di forza è proprio questo: rendere semplice ciò che oggi è complesso. Questo vuol dire meno errori, meno sprechi, processi più snelli e una comunicazione tra reparti più efficace.

 

Parliamo un po’ di te: che ruolo hai in TimeFlow e qual è il tuo percorso?

Io mi occupo di Growth, una forma di marketing orientata alla crescita che lavora a cavallo tra dati, go-to-market e ottimizzazione delle conversioni lungo il funnel. Ho iniziato nel fashion marketing, ora sono nel B2B tech, un passaggio non forzato, ma naturale. La curiosità è sempre stata la mia bussola.

A 26 anni gestisco un piccolo team e ho avuto l’opportunità di crescere rapidamente, anche grazie al contesto in cui lavoro: TimeFlow è una startup con un modello di business molto verticale. La flessibilità è fondamentale. I cambiamenti sono costanti: bisogna accettare i “no”, imparare dagli errori, adattarsi velocemente. Senza curiosità non vai da nessuna parte.

 

A proposito di curiosità: è più importante avere una competenza in più o la voglia di imparare e la curiosità, appunto?

La curiosità è vitale. Le competenze puoi acquisirle, ma la predisposizione a imparare non è scontata. Il mio lavoro – il growth marketing – è molto richiesto nelle startup, ma le regole cambiano continuamente. Quello che ho studiato nel 2020 è già superato. Serve saper studiare, aggiornarsi, imparare a interpretare il cambiamento.

Per chi è nella community Divergens, questo è un consiglio che darei: sapere la teoria è utile, ma è ancora più importante saperla mettere in discussione, adattarla, riscriverla se serve. E farlo rapidamente.
È come saper leggere il radar in una gara di rally: sapere dove sei, ma soprattutto cosa ti aspetta dietro la curva. Senza questa capacità, non basta saper guidare.

Camilla Garavaglia
Camilla Garavaglia

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