LIVE FOREVER.

Editoriale
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Dopo aver alleggerito gli animi, il mese scorso, con un appassionato editoriale sulla violenza verbale, abbiamo deciso di iniziare novembre ficcando il naso nel portafogli. Nel nostro, nel vostro. In quello delle persone che hanno partecipato, nel 2025, ad eventi live dalla portata e dai costi mostruosi, spendendo cifre molto alte in nome della nuova divinità dei tempi nostri: L’ESPERIENZA

Non sto giudicando, né polemizzando: il 2 agosto ero tra le 80mila persone che urlavano al concerto degli Oasis al Wembley Stadium (consumando parte delle 250mila birre bevute proprio quella ser , record che mi sento di mettere nel mio personale palmarès) e per essere lì, quella sera, con la mia amica, ho speso una cifra che se traduco in lire - essendo io anziana - si colloca davvero al di là del bene e del male. 

Non sono stata certo l’unica: i soli concerti della reunion degli Oasis hanno incassato circa 50 milioni di sterline per le 14 date iniziali (dai la fonte la cercate su Google, scrivete come me “soldi oasis reunion”), a cui aggiungerei le pecunie guadagnate per il merchandising creato in collaborazione con una piccola attività locale come Adidas.

Pensereste: beh, parliamo degli Oasis, croce e delizia dei millennial - gli unici disposti a spendere cifre iperboliche per nutrire la propria nostalgia - e protagonisti di una reunion storica, attesa da quasi 20 anni. 

Ma allora, il tour di Lady Gaga? Sold out a Milano in 9 minuti? Con prezzi dai 64 euro (in piccionaia - come si diceva una volta a San Siro - al forum di Assago) fino ai 460 euro per il settore Platinum, senza considerare le rivendite successive e il demoniaco sistema del dynamic pricing?

Per chi non lo sapesse, il dynamic pricing è quel sistema per cui, all’alzarsi della domanda dei biglietti di un evento, aumenta in proporzione anche il costo del biglietto stesso. Questo significa che un biglietto acquistato a cento euro nella prima frazione di vendita può schizzare, ad esempio, a 500 nel giro di poco tempo solo perché tante persone lo desiderano. Se ci pensate, è proprio quello che succede con i prezzi dei biglietti aerei; solo che nessuno ci aveva abituati ad accettare lo stesso meccanismo per i concerti. 

Huffpost, nel riportare le misure che si stanno prendendo in Italia e in Europa per mettere un freno al fenomeno, conclude così:

“Il punto, però, resta: i concerti stanno diventando una chimera? Il caso Lady Gaga è solo l’ultimo di una lunga serie e, quasi certamente, non sarà l’ultimo. Tra sold out lampo, costi proibitivi, algoritmi e proteste, la sensazione è che qualcosa si sia rotto. E che per molti, ormai, la musica dal vivo non sia più una festa.”

In Divergens ci sono persone molto giovani, che non hanno mai acquistato il biglietto di un concerto in lire, ma anche persone anziane (Egidio e io) che ricordano festival e concerti pagati 20mila lire, senza grafiche spettacolari sui maxi schermi ma con tutto ciò che serviva per stare bene: un palco, qualche canzone. 

Ricordarlo non è da vecchi tromboni: è augurarsi che qualcosa di tutto questo torni, anche solo in parte, anche solo per riviverlo nuovamente e decidere che oggi, nel mondo della spettacolarizzazione a tutti i costi, non c’è più tanto posto per quel qualcosa. Ci sta.

 

Comunque, per ora gli eventi Divergens sono gratuiti. Partecipate, prima che scopriamo come applicare il dynamic pricing a Eventbrite. 

Camilla Garavaglia
Camilla Garavaglia

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